Il panorama energetico italiano si sta trasformando, lentamente ma inesorabilmente. Al centro di questo cambiamento vi è la necessità di virare verso soluzioni più sostenibili e responsabili.
Tra queste, emergono le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), strumenti pensati per favorire la transizione energetica e promuovere un modello sostenibile e partecipativo di produzione e consumo di energia.
Le Comunità Energetiche sono strategiche anche per le Aziende. Sempre più realtà, PMI ed Enti del Terzo Settore (ETS), infatti, guardano alle CER come a un’opportunità concreta per ridurre i costi energetici, contribuire alla decarbonizzazione e valorizzare il proprio ruolo nel tessuto sociale locale.
Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): definizione e obiettivi
Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono definite, secondo la Direttiva Europea RED II recepita in Italia con il D. Lgs. 199/2021 (e successivamente anche attraverso Delibera ARERA 727/2022/R/eel e Decreto CACER n. 414/2023) come soggetti giuridici autonomi costituiti da membri che si associano volontariamente, con l’obiettivo primario di fornire benefici ambientali, economici e sociali ai membri o al territorio.
Ogni CER si basa su una struttura giuridica definita (come un’associazione, una cooperativa o un consorzio) e opera secondo logiche di mutualità e inclusione, ponendo attenzione agli impatti ambientali e sociali generati sul territorio.
Il principio è semplice: l’energia viene generata da impianti fotovoltaici (o altre fonti rinnovabili) installati sul territorio e viene condivisa tra i membri della comunità.
L’obiettivo non è solo l’ottimizzazione dei costi energetici, ma anche la valorizzazione del territorio, la riduzione delle emissioni e l’inclusione sociale.
Tipicamente, una CER è così strutturata:
- Un soggetto gestore o coordinatore (spesso un’impresa o una cooperativa)
- Produttori di energia (aziende con impianti fotovoltaici o eolici)
- Consumatori (aziende, privati, enti pubblici)
- Prosumer (produttori e consumatori allo stesso tempo)
CER e aziende: perché le imprese possono fare la differenza
Le aziende – dalle PMI alle grandi imprese, fino agli Enti del Terzo Settore – giocano un ruolo sempre più centrale nello sviluppo delle Comunità Energetiche.
Esse possono offrire un contributo rilevante alle CER in termini di:
- risorse economiche e tecniche per la realizzazione degli impianti;
- stabilità giuridica e amministrativa per la gestione del soggetto giuridico;
- capacità di generare e condividere energia in modo efficiente.
Infatti, da un lato possono contribuire in modo significativo alla produzione di energia mettendo a disposizione superfici (come tetti o aree inutilizzate) per l’installazione degli impianti. Dall’altro, possono beneficiare della condivisione dell’energia e degli incentivi previsti, migliorando al contempo la propria carbon footprint.
Partecipare a una CER non è soltanto un’azione virtuosa: è una leva strategica per integrare concretamente la sostenibilità nel core business aziendale, generando valore anche in termini di reputazione e conformità agli standard ESG (Environmental, Social, Governance).
Normativa italiana sulle CER: cosa devono sapere le aziende
La normativa italiana in materia di CER ha visto un’importante evoluzione:
- Il D.Lgs. 199/2021 ha recepito la Direttiva Europea RED II, istituendo formalmente le CER in Italia;
- Il Decreto CACER n. 414 del 7 dicembre 2023, pubblicato nel 2024, ha definito le regole operative, comprese le modalità di accesso agli incentivi;
- L’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha stabilito i criteri per i corrispettivi economici, fondamentali per la sostenibilità del modello.
Secondo la normativa, per costituire una CER è necessario che i membri (produttori e consumatori) siano collegati alla stessa cabina primaria, ovvero a una porzione limitata della rete elettrica. Inoltre, la comunità deve assumere una forma giuridica autonoma e senza scopo di lucro.
Il ruolo delle imprese per le CER
Le aziende possono scegliere di entrare in una CER già esistente o promuovere lo sviluppo di una nuova Comunità. In entrambi i casi, è necessario rispettare dei requisiti e un iter preciso di adesione alla CER.
Partecipare a una Comunità Energetica
Un’azienda può assumere diversi ruoli all’interno di una CER: può essere un produttore, un consumatore o un prosumer (ovvero un soggetto che produce e consuma energia). Inoltre, le realtà aziendali possono anche contribuire alla governance della CER, partecipando alle decisioni sulla distribuzione dei benefici e sulla gestione amministrativa.
Tra i requisiti fondamentali per la partecipazione in CER, uno dei principali riguarda la condivisione degli obiettivi della Comunità Energetica da parte dell’azienda. Inoltre, è altrettanto importante che l’impresa sia consapevole del proprio ruolo, anche in termini di trasparenza, redistribuzione degli incentivi e monitoraggio dell’impatto.
L’iter necessario per la partecipazione a una Comunità Energetica Rinnovabile si può sintetizzare in 5 fasi principali:
- Analisi di fattibilità tecnico-normativa. In questa prima fase, essenziale, si verifica l’appartenenza alla stessa area di cabina primaria della CER, si valutano i benefici attesi dall’autoconsumo condiviso, si verifica il rispetto dei requisiti tecnici;
- Contatto con CER esistente o promozione di una nuova CER. In questa fase si entra in contatto con una CER o si procede allo sviluppo ex novo;
- Adesione formale. L’adesione alla CER si ufficializza tramite un atto formale, che determina anche i ruoli di tutti gli attori e la modalità di condivisione dei benefici;
- Registrazione presso il GSE. Il referente della CER registra la configurazione sul portale GSE per l’accesso agli incentivi sull’energia condivisa;
- Avvio della condivisione energetica. Una volta approvata la configurazione dal GSE, inizia la fase operativa di produzione e autoconsumo virtuale tra i membri della CER.
Vincoli delle Comunità energetiche per aziende
Le imprese che intendono aderire o costituire una CER devono considerare alcuni vincoli e limiti che servono a garantire la coerenza e la sostenibilità del modello.
I vincoli principali per la partecipazione alla CER riguardano:
- localizzazione: l’azienda deve essere connessa alla stessa cabina primaria degli altri membri (criterio di prossimità);
- dimensioni: le grandi aziende non possono partecipare a una Comunità Energetica Rinnovabile, se non come produttore terzo;
- limiti di potenza: gli impianti incentivabili devono avere una potenza non superiore a 1 MW (salvo deroghe per CER in aree svantaggiate);
- vincoli amministrativi: la CER deve avere una forma giuridica autonoma (es. associazione, cooperativa, consorzio);
- esclusione di finalità speculative: l’azienda che partecipa a una CER non deve avere come scopo principale il profitto, ma il beneficio collettivo.
Comunicare e valorizzare la propria partecipazione a una CER
Partecipare a una Comunità Energetica Rinnovabile offre anche un’importante opportunità di comunicazione aziendale. Far conoscere i propri passi verso la transizione energetica e la generazione di valore a livello locale può essere anche di esempio ad altre imprese.
Per comunicare la propria partecipazione a una CER, le aziende possono:
- inserire la CER nel bilancio di sostenibilità e nella rendicontazione ESG;
- utilizzare marchi e certificazioni ambientali legati alla comunità;
- comunicare la propria adesione su siti web, social media, eventi e fiere di settore;
- costruire campagne di branding su valori come la transizione energetica, la responsabilità sociale e il legame con il territorio.
In un contesto in cui stakeholder, investitori e clienti sono sempre più attenti alla responsabilità ambientale delle aziende, la partecipazione a una comunità energetica diventa un elemento distintivo, capace di rafforzare la brand reputation e posizionare l’impresa tra gli attori della transizione energetica.
I vantaggi delle Comunità Energetiche per aziende
Le aziende che scelgono di partecipare a una Comunità Energetica, dovrebbero farlo con l’obiettivo di generare valore per la collettività e non per interessi personali. Premesso questo, i vantaggi per le imprese che partecipano a una CER ci sono e sono principalmente di tipo economico, socio-ambientale e reputazionale.
Vantaggi economici
Dal punto di vista economico, la condivisione dell’energia consente di ridurre i costi energetici aziendali, di accedere a incentivi specifici e di aumentare l’indipendenza dai mercati energetici.
In particolare, gli incentivi economici previsti per l’energia condivisa, includono:
- contributi in conto capitale, secondo le regole previste dal PNRR.
- una tariffa incentivante erogata dal GSE per un periodo di 20 anni;
- un corrispettivo di valorizzazione per l’energia autoconsumata, definito dall’ARERA;
Vantaggi socio-ambientali
Dal punto di vista sociale, le CER per loro stessa natura rafforzano il tessuto sociale e la comunità locale generando valore economico. La condivisione di energia, infatti, genera degli incentivi che possono essere destinati a supporto di progetti sociali (scuole, aree verdi, riqualificazione di zone degradate, ecc.) o di famiglie in condizioni di povertà energetica.
D’altra parte, le Comunità Energetiche supportano l’ambiente contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO2 (evitate con la produzione di energia da fonti rinnovabili e non fossili) e al miglioramento della qualità dell’aria.
Vantaggi reputazionali
Infine, dal punto di vista reputazionale, partecipare a una CER rafforza l’identità aziendale in chiave sostenibile.
In un mondo che chiede alle aziende di ridurre il proprio impatto ambientale, supportare una CER significa migliorare la propria reputazione, mostrandosi agenti attivi del cambiamento. È così che si guadagna anche un notevole vantaggio competitivo, diventando più attrattivi per investitori, clienti, partner e talenti.
Comunità Energetiche Rinnovabili in Italia
In Italia, le Comunità Energetiche Rinnovabili hanno registrato una rapida crescita negli ultimi anni. Tra 2023 e 2024 il numero di iniziative di condivisione energetica è quasi raddoppiato, anche se solo un quarto di esse si è poi tradotto in un progetto realmente attivo.
Secondo il Report 2024 “Electricity Market” di Energy & Strategy in collaborazione con il Politecnico di Milano, nel 2024 risultavano 168 iniziative per la costituzione di configurazioni per l’autoconsumo (quindi non solo CER, ma anche configurazioni di autoconsumo collettivo), quasi il doppio rispetto all’anno precedente (+89%).
Le regioni più virtuose nel 2024 sono state Piemonte, Lazio, Sicilia e Lombardia, in cui si registra il 48% delle iniziative. La maggior parte delle iniziative puntavano sulla produzione energetica da fonte solare fotovoltaica, ma non sono mancate proposte di impianti idroelettrici, eolici e a biomassa.
Un unicum nel panorama italiano è la Comunità Energetica Rinnovabile Lucense 1923, costituita come Società Cooperativa Benefit a Verona. Infatti, si tratta di una CER aperta a tutte le zone di mercato del territorio nazionale, grazie alla strutturazione in singole CACER per differenti aree di cabina primaria. Al momento sono già 10 i progetti della CER Lucense 1923, di cui uno è già attivo dal 2024.
Come partecipare o costituire una CER
La complessità delle Comunità Energetiche Rinnovabili richiede delle figure esperte e competenti, che indirizzino le aziende verso il percorso migliore per ogni esigenza. Ecco perché la scelta di un partner affidabile è fondamentale.
Dal 2009, ForGreen sviluppa e gestisce progetti di condivisione energetica, che con il Decreto CACER si sono tradotti anche in Comunità Energetiche Rinnovabili su tutto il territorio nazionale. In questo modo, ForGreen persegue la sua mission: rendere accessibile l’autoproduzione energetica anche per aziende, PMI ed enti del Terzo Settore.
ForGreen offre un servizio completo per la tua azienda: dalla fattibilità tecnica ed economica, alla costituzione giuridica della CER, fino alla gestione amministrativa e alla rendicontazione ESG.
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Il reparto Advisory & Consulting di ForGreen può darti supporto nella costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili inserite in percorsi di sostenibilità energetica, economica e ambientale.